Un grafico al Fuorisalone 2015

Così sono andato a curiosare al Fuorisalone di Milano.

Senza skinny jeans, senza scarpe alla moda, senza ventre piatto, senza barba lunga e senza tatuaggi. Like a stranger in Moscow.

Questo è quel che mi son portato a casa.

Prima di tutto le sontuose installazioni di giganti come Asus, Lexus, in posti giganti tutti bui, caldi e claustrofobici, come questi:

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Non sono venuto a Milano per vedere questo.

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Per fortuna poi si esce (è mezzogiorno) e si scoprono dei giardini, al primo piano, di questo genere. E ti torna il buonumore.

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Una signora stende i panni in Zona Tortona suscitando curiosità tra designer che si chiedono se per caso non fosse un performance di qualche marchio indipendente. Nel dubbio la taggo con: #stendino #design #swag

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Bel lettering e belle cose selezionate dal gruppo olandese Tuttobene. Sì si chiama così.

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Stallo di designer all'ingresso dello spazio espositivo.

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Tipico scambio di campione di materiale in cambio di dati personali.

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Piastrelline racconta storie per Storytiles.

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Finalmente queste famose officine Ex-Ansaldo. Una città dentro la città dentro la città. Nel capannone qui in fondo vengono prodotto le scenografie per il Teatro alla Scala.

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Stand istituzionale Francese. Bella grafica. Bei colori (va bene sono quelli della bandiera, ma son belli).

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Compassi! Da quanto tempo non ne vedevo uno.

Stupendi.

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Il café della rivista francese Intramuros. Niente di che, se non che hanno delle belle sedie e un bel logo.

Vedi come lo catturi un grafico?

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Popcorn con la spilla. Non capisco, ma mi adeguo.

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La mitica Chaise A compie 80 anni.

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Poi incontri Daniela Galvani (a dx) con il suo progetto What a space. A sinistra la mia guida Claudia (grazie!).

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La bellissima mini libreria di On Printed Paper.

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Un fantastico sgabello a dondolo con seduta in pietra di Lucas Munoz.

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Ricostruzioni in legno dipinto di svariati oggetti by Camilla Barnard. Effetto Celebrity Deathmatch.

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Delle pratiche lampadine potentissime con luminosità ridotta da una specie di calzino. Voto: #energysavingwhat?

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Potentissima installazione firmata Piero Lissoni per il marchio tailandese COTTO allo Spazio Alatha di via Savona.

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La mia guida Claudia su un fondale rovinato ad arte. Voto: Arsenale di Venezia.

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Quando un grafico incontro un manifestino rosso con un testo bianco a bandiera a sinistra scappa sempre un inchino.

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Poi si finisce nello showroom Stone Island dove vengono servite badilate di stile. A cominciare dall'edificio.

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Dentro: spazio, pulizia, silenzio, prodotti esposti come opere.

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Poi le vetrate blu che fanno sembrare ectoplasmi.

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Moooi non ha badato a spese con uno spazio livello hangar, ricchissimo di installazioni, oggetti, luci, tappeti, fondali. Da starci delle ore.

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Un pratico unicorno a dondolo per adulti.

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Fienile.

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Un tappetino così.

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Pranzo da Angelo’s, un posticino meraviglioso in via Savona. Consigliatissimo.

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Ora inizia la follia, Tokio Design Week Milano. Un brulicare di micro-stand all'interno di un edificio enorme (un'abitudine ormai). Sembra di passeggiare per Tokio, per come mi immagino Tokio. Luci, colori, monitor, realtà aumentata, sorrisi e inchini a profusione.

In questa foto, un pratico cuscino.

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Tu che finisci in un videogioco con la realtà aumentatissima, ma l'impressione che lasci è diminutissima.

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Delle piadine/lampade da tavolo. Stupende.

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Ed eccola. L'installazione più bella per l'app più incredibilmente poetica che abbia mai visto. Si chiama Heart is in, notare anche la bellezza dell'url http://heartis.in. Un solo cuore, che viene passato tra due utenti. Uno tocca, e il cuore compare all'altro. E via così. La poesia.

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Una pioggia di palline appese a dei fili. Che sbattimento.

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La realtà aumentata di prima, vista dall'alto. La diminuzione persiste. Ok è diverte, ok.

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Il Museo delle Culture! Identità grafica strabiliante, palloncini colorati, starchitect, vetrofanie. Il grafico va in brodo di giuggiole.

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Tanti palloncini sono sempre tanti palloncini.

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Varianti del monogramma, ciao.

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Più giuggiole please.

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Ancora giuggiole, qui please.

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Claudia e gradienti rosa viola. Molto bene.

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Uno che suonava un piaforte super futuristico di fianco ad un campo di bacchetti di fibre ottiche che si muovevano tipo grano per Honda. Vabè.

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Vivaio/defaticamento.

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Una bella partita a bocce da Morna, locale con annessa bocciofila (o viceversa) da passarci tutta una vita. Posto giustissimo.

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Grazie Milano, sei bellissima.

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