Così sono andato a curiosare al Fuorisalone di Milano.
Senza skinny jeans, senza scarpe alla moda, senza ventre piatto, senza barba lunga e senza tatuaggi. Like a stranger in Moscow.
Questo è quel che mi son portato a casa.
Prima di tutto le sontuose installazioni di giganti come Asus, Lexus, in posti giganti tutti bui, caldi e claustrofobici, come questi:
Non sono venuto a Milano per vedere questo.
Per fortuna poi si esce (è mezzogiorno) e si scoprono dei giardini, al primo piano, di questo genere. E ti torna il buonumore.
Una signora stende i panni in Zona Tortona suscitando curiosità tra designer che si chiedono se per caso non fosse un performance di qualche marchio indipendente. Nel dubbio la taggo con: #stendino #design #swag
Bel lettering e belle cose selezionate dal gruppo olandese Tuttobene. Sì si chiama così.
Stallo di designer all'ingresso dello spazio espositivo.
Tipico scambio di campione di materiale in cambio di dati personali.
Piastrelline racconta storie per Storytiles.
Finalmente queste famose officine Ex-Ansaldo. Una città dentro la città dentro la città. Nel capannone qui in fondo vengono prodotto le scenografie per il Teatro alla Scala.
Stand istituzionale Francese. Bella grafica. Bei colori (va bene sono quelli della bandiera, ma son belli).
Compassi! Da quanto tempo non ne vedevo uno.
Stupendi.
Il café della rivista francese Intramuros. Niente di che, se non che hanno delle belle sedie e un bel logo.
Vedi come lo catturi un grafico?
Popcorn con la spilla. Non capisco, ma mi adeguo.
La mitica Chaise A compie 80 anni.
Poi incontri Daniela Galvani (a dx) con il suo progetto What a space. A sinistra la mia guida Claudia (grazie!).
La bellissima mini libreria di On Printed Paper.
Un fantastico sgabello a dondolo con seduta in pietra di Lucas Munoz.
Ricostruzioni in legno dipinto di svariati oggetti by Camilla Barnard. Effetto Celebrity Deathmatch.
Delle pratiche lampadine potentissime con luminosità ridotta da una specie di calzino. Voto: #energysavingwhat?
Potentissima installazione firmata Piero Lissoni per il marchio tailandese COTTO allo Spazio Alatha di via Savona.
La mia guida Claudia su un fondale rovinato ad arte. Voto: Arsenale di Venezia.
Quando un grafico incontro un manifestino rosso con un testo bianco a bandiera a sinistra scappa sempre un inchino.
Poi si finisce nello showroom Stone Island dove vengono servite badilate di stile. A cominciare dall'edificio.
Dentro: spazio, pulizia, silenzio, prodotti esposti come opere.
Poi le vetrate blu che fanno sembrare ectoplasmi.
Moooi non ha badato a spese con uno spazio livello hangar, ricchissimo di installazioni, oggetti, luci, tappeti, fondali. Da starci delle ore.
Un pratico unicorno a dondolo per adulti.
Fienile.
Un tappetino così.
Pranzo da Angelo’s, un posticino meraviglioso in via Savona. Consigliatissimo.
Ora inizia la follia, Tokio Design Week Milano. Un brulicare di micro-stand all'interno di un edificio enorme (un'abitudine ormai). Sembra di passeggiare per Tokio, per come mi immagino Tokio. Luci, colori, monitor, realtà aumentata, sorrisi e inchini a profusione.
In questa foto, un pratico cuscino.
Tu che finisci in un videogioco con la realtà aumentatissima, ma l'impressione che lasci è diminutissima.
Delle piadine/lampade da tavolo. Stupende.
Ed eccola. L'installazione più bella per l'app più incredibilmente poetica che abbia mai visto. Si chiama Heart is in, notare anche la bellezza dell'url http://heartis.in. Un solo cuore, che viene passato tra due utenti. Uno tocca, e il cuore compare all'altro. E via così. La poesia.
Una pioggia di palline appese a dei fili. Che sbattimento.
La realtà aumentata di prima, vista dall'alto. La diminuzione persiste. Ok è diverte, ok.
Il Museo delle Culture! Identità grafica strabiliante, palloncini colorati, starchitect, vetrofanie. Il grafico va in brodo di giuggiole.
Tanti palloncini sono sempre tanti palloncini.
Varianti del monogramma, ciao.
Più giuggiole please.
Ancora giuggiole, qui please.
Claudia e gradienti rosa viola. Molto bene.
Uno che suonava un piaforte super futuristico di fianco ad un campo di bacchetti di fibre ottiche che si muovevano tipo grano per Honda. Vabè.
Vivaio/defaticamento.
Una bella partita a bocce da Morna, locale con annessa bocciofila (o viceversa) da passarci tutta una vita. Posto giustissimo.
Grazie Milano, sei bellissima.