Problema. Ho sempre odiato la matematica. Non so dire se la ragione fosse da ricercare nelle mie inclinazioni. Credo piuttosto fosse un problema emotivo e (azzarderei!) ecologico, d’ambiente. Sta di fatto che ogni mattina, alle 11.15, la maestra, puntuale come un boia nella Londra di Poe e di Lovecraft, tuonava: Bambini, mettete (mò) via il quaderno a righe, e tirate fuori quello a quadretti! Personalmente, subivo un tracollo di nervi. Ogni volta come la prima volta. Matematico, appunto. Poi, un giorno, il fatidico problema. Il solito Pierino, la solita mamma che gli chiede di andare a comprare dieci mele (da qui la valenze pedagogica del problema aritmetico, non poteva andarci lei, se tanto rimane a casa? Cos’è, mi mette alla prova?), i soliti soldi contati (la mamma dei problemi ha sempre il braccino corto), il solito imprevisto. Tornando a casa, a Pierino cade una mela, un’altra si ammacca, e un’altra la mangia. Quante mele consegnerà alla mamma?

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