Gallinavecchia. Io e mia nonna abbiamo un'ottima intesa sessuale. Con cadenza regolare, un paio di volte al mese, la chiamo. Ma nel chiamarla mi fingo uno statistico, o un dirigente di qualche ente di ricerca, e con la scusa di raccogliere dati per un'indagine, le faccio domande sui suoi comportamenti intimi. Quante volte fa l'amore alla settimana, se riesce a raggiungere l'orgasmo, dove preferisce copulare. Di recente, abbiamo sperimentato fantasie in campo medico. Millantando esperienza nel settore ginecologico, la chiamo fingendomi un importante primario e le chiedo se - dopo tanti anni di ostinata attività erotica - è finalmente riuscita a trovare il suo punto G. La cosa straordinaria è che mia nonna - che come molte nonne di persona è sinceramente tenera, fintamente ingenua e incline al moralismo - al telefono si trasforma in una impertinente civettuola. E come tale, con dovizia di particolari e compiaciuta vanità, mi risponde! E ride. Ogni telefonata termina con una risata fragorosa. Come una chat-line tra Harold e Maude. Regolarità nelle frequentazioni, fantasia fervida, ironica complicità, tenero imbarazzo, complice umorismo. Come ogni buon incontro sessuale, evidentemente. Tre anni fa, un nostro congiunto dalla immonda moglie ha avuto un figlio. Io chiamo mia nonna e le chiedo: Ma come avrà fatto Giovanni a trombarla? E mia nonna: Come vuoi che abbia fatto? Avrà fatto come tutti gli altri! Qualche giorno fa, il secondo figlio. Seconda chiamata: Nonna, come avrà fatto Giovanni a ri-trombarla? Sarà recidivo! Mia nonna: Come vuoi che abbia fatto? Avrà ri-fatto come tutti gli altri! Ma cosa vuol dire poi reDICIvo?

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