Forma. Nella vita è questione di forma. Non c’è moralismo in questa frase, né la nostalgia per l’epoca dei contenuti. Siamo entrati in un mondo post-alfabetico, come direbbe McLuhan? Non credo.
Il fatto che usiamo le nuove tecnologie per tornare alla scrittura è la prova che nemmeno il nostro genio canadese aveva fatto i conti col futuro. E se la forma supera il contenuto tradizionalmente scritto, lo fa forse per introdurre un nuovo concetto di sostanza. Troppo filosofico? Beh, vedetela così.
Una ventina d’anni fa, nel 1985, fu proiettato nelle sale un film che si intitolava “Sotto il vestito niente”. Non andò benissimo, la gente non era pronta a fare a meno della sostanza, anche perché la sostanza in questione era Renée Simonsen.
Ora, la necessità che si materializzava all’orizzonte era quella di giustificare il primato dei mezzi sui fini. L’importante è partecipare, e uno. Imparare ad imparare, e due.
Sapere, saper fare e saper essere, e tre. Ammettiamolo, è un delirio. Ma non è necessariamente falso. Sarei credibile affermando questi concetti a viso aperto, con uno schizzo di dentifricio sulla faccia?