L’altro giorno scrollavo Instagram quando vedo che uno dei miei idoli grafici pubblica una foto strana, che stonava con il suo solito piano editoriale. Era una foto di una statua in bronzo della fontana del Nettuno di Bologna, ecco perché mi sembrava strana.
Lui è californiano, 66 anni, con un suo posto nella storia della grafica mondiale, iniziatore dello stile grunge rovinato, con una sua masterclass all’interno di masterclass.com insieme a gente come Gordon Ramsey o Steph Curry. Uno a cui mi sono ispirato parecchio, soprattutto all'inizio.
D’impulso commento sotto la sua foto «Bologna??» con due punti esclamativi di modo che fosse chiaro che non stavo solo cercando di indovinare la città, come avrebbero fatto tanti altri, ma stavo anche manifestando stupore.
Torno alla mia giornata, ma con un ronzio nella testa. David Carson potrebbe essere passato da Bologna, che storia. Improvvisamente mi mette like e addirittura commenta «@emmaboshi yes!».
Inizio a surriscaldare: David Carson ha interagito con me, per me una cosa già da raccontare allз nipotз.
A questo punto mi faccio coraggio e commento dicendogli se ci becchiamo per un caffè, cosa c’è di più italiano di beccarsi per un caffè? Top, sto già pensando a quale bar scegliere per fare bella figura, un posto con l’aria condizionata, oppure con i tavolini fuori, il sogno di ogni turista americano, ma ci vuole un posto dove non ci siano troppi piccioni che grufolano, ma neanche troppo pochi.
Fatto sta che gli dico anche se preferisce posso portarlo anche a bere un cosiddetto aperitivo (sic) e mentre pubblico rifletto sull’effetto sudorifero di emozione + alcool + caldo letale.
Torno alla mia giornata ma non riesco più a pensare a niente. Rischio di incontrare di persona uno dei miei idoli viventi. Cioè, ci siano seriamente concrete possibilità che ciò possa avvenire. Non riesco a pranzare, sudo, penso a quali frasi dire in inglese, mi agito pensando che non potrò governare le sfumature di senso che uso di solito in italiano per convincermi di stare conducendo la situazione. Perché sì, dopo che ho proposto io a David Carson in persona di beccarci, dovrò poi essere io a fare il disinvolto land lord che accompagna il viaggiatore venuto da lontano all’interno delle proprie piantagioni.
Improvvisamente commenta «@emmaboshi sounds good. Where are u?».
È la fine. Si starà aspettando che io sia subito disponibile? Mi devo organizzare. Gli scrivo che gli mando un messaggio privato e così faccio. Gli scrivo che lo raggiungo dove vuole quando vuole, ma per fortuna o purtroppo per tutto il resto del giorno non risponde.
Sollevato dal silenzio mi sveglio stamattina e trovo un suo messaggio diretto di mezzanotte che dice: «Ohhhhh I’m not there right now….. Rain check pleeeeez!»
Mi domando se non so scrivere in inglese (probabile) oppure se lui, come molti sessantaseienni, non ha familiarità con la comunicazione asincrona. Allora mi concentro sulla seconda parte «Rain check pleeeeez!» e penso che mi stia dicendo di controllare la pioggia per favore!
Rispondo che mi piacerebbe un grande acquazzone perché siamo in siccità da mesi ecc, ma vengo a sapere che rain check in realtà vuol dire «rimandiamo, riprogrammiamo». Annullo immediatamente l’invio del messaggio sulla siccità! Non l’avevo mai sentito dire.
Si riapre la partita! Non sono più al sicuro! Rischio di doverlo/poterlo incontrare di nuovo (dovrei essere eccitato invece). Non posso tirami indietro, perché lo so che me ne pentirei, allora gli srotolo di nuovo tutte le mille possibilità di intrattenimento enogastronomico bolognese.
Per fortuna da qualche ora ormai tutto tace. Sono salvo e ce l’ho messa tutta. Lui sarà pieno di cose da fare, è una star internazionale della grafica, magari si trova già a Dublino o Dubai, chissà.
Chissà cosa mi succederebbe al cospetto dell’Estetista Cinica :-)
A te è mai capitato qualcosa del genere con unə dei tuз idolз?
PS. Il post di David Carson è questo.
PPS. Carson è davvero a Dubai ora. LOL
——
Ma veniamo alla lista numerata più imbarazzata del webbe:
- Quando un anno fa mi contattò il Festival Biblico fui lusingato e sorpreso. Come saranno arrivati a me? Beh tramite questa newsletter, ci credi? Vedi che pubblicare funziona? Oggi posso finalmente condividere con te il racconto dell’interno progetto di rebranding che abbiamo curato per il loro festival. Dal radicale redesign del logo ai format per la comunicazione visiva. Guarda il progetto completo e fammi sapere che ne pensi.
- Un altro grande progetto, iniziato ancor prima del Biblico e concluso in queste settimane, è il progetto dell’identità visiva della Ciclovia del Santerno. Si tratta di un percorso per ciclisti e pedoni che si snoda per 44km ai fianchi del fiume Santerno in provincia di Bologna. È un progetto speciale perché attraversa la città dove sono cresciuto, ovvero Imola, e so che ad esempio mio padre ne è un utente assiduo. Ecco che finalmente siamo riusciti a raccontarti il progetto per esteso. Guardalo qui.
- Sono stato in un locale carino tutto agghindato come un bar anni 60. Al suo interno ho trovato un vecchio telefono a gettoni che ho fotografato e mi ha ispirato questa grafica.
- Continua la rubrica dove parlo di designer e artisti importanti per me, negli ultimi post ti ho raccontato del lavoro di Vignelli, Carson (non per dire), Glaser e quello di Fortunato Depero.
- In queste settimane, erano tipo 5 o 6 settimane che non ti scrivevo, sono usciti anche due episodi dello Sfoglialibro, la rubrica che risponde alla domanda «Ma quella dietro di te è una vera libreria o è uno sfondo?»:
- Don’t make me think di Steve Krug un libro fondamentale per progettare bene un sito internet.
- Tying the perfect parcel il libro di Rosemarie Jarski che ti insegna a fare qualunque cosa. Qualunque.
- La mia passione per i libri si unisce a quella per il vintage nella rubrica «Grafica del mercatino» dove in questo episodio ti mostro il meraviglioso annuario del 1929 del Touring Club Italiano.
- Quanto sono belli i manifesti delle sagre? Crescendo in provincia ne ho visti tanti e sono sempre rimasto affascinato da quella grafica spontanea, leggibile anche da chi fa le rotonde ai 150 con le auto smarmittate. Gli ultimi che ho visto mi hanno ispirato questi remix pazzereli.
- Ho dimenticato di mostrarti alcuni ricordi del primo UX day a Faenza, una conferenza fighissima dove si parla di progettazione web fatta come si deve.
- Ti ricordi Emmaboshi collection? Beh, essa vive! E viaggia anche più di me. In queste foto puoi vedere una T-shirt dedicata alla rotella del telefono a rotella, sotto al ponte di Manhattan.
- Wade and Leta sono un duo di artisti di Brooklyn (e di dove altro?) che fa (cito testuale) musica per gli occhi. Effettivamente vedendo il loro sito i miei occhi hanno goduto.
- La mia amica e stimata Alessandra Farabegoli è sbarcata con un corso di Email strategy su Domestika. Già solo vedere il trailer mi ha gasato. Chissà se prima o poi non avrò anche io un corso di identità visiva.
- Sono 15 anni che è uscito l’iPhone e questo thread Twitter di uno dello staff, mostra alcune foto di repertorio e alcuni aneddoti. Indovina che tipo di persone erano al vertice? Ad ogni modo, bella lì, non potrei vivere senza quell’oggetto magico.
- A quanto pare esiste un font specifico (il Neutra face) con cui scrivere i numeri sulle case dei quartieri gentrificati americani. Vice US ne parla in questo articolo.
- Angolo nerd: come fa Netflix a trasmettere una grana così dettagliata su video iper compressi? Non lo so bene, ho provato a leggere questo articolo dove se ne parla ma poi mi sono addormentato (stai ancora guardando?)
- Spulciando tra i conteuti dello Smithsonian Museum mi sono imbattuto in questo video trailer per una mostra sulla Conflict Kitchen, che è stato un chiosco di cibo a Pittsburg che serviva cibo di paesi in conflitto con gli Stati Uniti (tipo Afghanistan, Cuba, Iran, North Korea, Palestina ecc). Ogni tot mesi cambiava nazionalità di cibo. Era una sorta di perfomance art, dove però potevi mangiare. Avevano la carta da imballo dei cibi con sopra scritti i testi critici. È ancora online il loro sito.
- Qualche tempo fa ti parlavo di Cicalone e dei suoi video. Ogni tanto continuo a guardarmeli, gira per i quartieri cosiddetti popolari e le zone malfamate della città, parla con le persone, ti mostra uno spaccato di vita delle nostre città che altrimenti non vedresti. L’altro giorno ho guardato Roma Termini ma non sono riuscito a finirlo. Troppo peso. Vale comunque la pena guardarci.
- Ma ti voglio lasciare con una chicca positiva: 50hacks.co sembra raccogliere 50 consigli per lavorare meglio ed essere più produttivз (o meno rammollitз, vedi tu). Il più votato al momento è «Say no without any explanation.» LOL, bellissimo.