Sabato pomeriggio sono andato nel reparto bimbi di un negozio di abbigliamento, ma non era un negozio qualsiasi, era il mega negozio di uno dei mega brand globali di quel tipo di abbigliamento economico-ma-carino-niente-di-che-ma-per-tutti-i-giorni-può-andare. Il mio carrello (o shopping bag) era bello pieno (per i miei standard), cioè cinque prodotti, di cui uno un po’ più costoso degli altri, un cappotto. Raggiungo le casse.

Davanti a me poche persone e ben tre casse aperte, tutto fa pensare che me la caverò in un attimo, e invece.

E invece le tre clienti ora alle casse non si muovono, non risolvono, non procedono. Le vedo che trafficano col telefono sotto le marziali direttive dei cassieri. Stanno eseguendo una procedura misteriosa.

Anche i cassieri maneggiano i telefoni delle clienti, indicano, li restituiscono, li riprendono, le clienti ipnotizzate, ma che diamine stanno facendo.

Allungo l’orecchio e capto un «Crea la tua password», «8 caratteri, di cui almeno una maiuscola ed un numero», «Ora clicca su registrati», «Benissimo».

Ok questa è puzza di registrazione online.

Infatti ogni cassiere sembra che abbia il mandato, quasi la missione, di fare proseliti, di iscrivere tutti, rigorosamente tutti, a quello che si rivelerà chiamarsi il prestigioso Club smack smack dei clienti preziosi smack smack.

E sta dannatamente funzionando, perché tutti, proprio tutti, si iscrivon. Tasso di conversione 101%. Il tempo di checkout per ogni cliente passa così da tre minuti a dieci.

Qui non è come alla Coop, dove «Ce l’ha la tessera?» «No» «Cazzi tuoi», e vip primo prodotto, bip secondo prodotti. Qui no, qui sta succedendo qualcosa, si sta materializzando la magia della conversione, che chiamerei a questo punto: l’iniziazione.

Sto assistendo alla cerimonia di iniziazione ad un misterioso culto pagano, il bagno collettivo nel sacro fiume dello sconto. I sacerdoti dirigono, gli adepti eseguono, la password di otto caratteri di cui una maiuscola e un numero il segreto. Il prossimo sono io, non c’è più scampo.

La temperatura sale, ma pregusto il momento in cui potrò urlare a gran voce il mio sdegno per le esche dei turbobrand capitalistici meganazionali. Non mi avrete mai come volete voi.

Nel frattempo passano i secoli, passano i millenni, passano gli uomini che si alternano ai governi, passa la palla, che il gioco è bello in tanti, ma quello che non passa è l’arroganza dei potenti (cit), arriva il mio turno.

Il cassiere, inizia ad armeggiare col primo capo:

— Ciao, vuoi iscriverti al Club smack smack dei clienti preziosi smack smack?

Eccolo il mio momento. Gonfio il petto, posiziono le corde vocali su programma Pavarotti e declamo:

Nooograzieeeeh

Il cassiere, tutto tranquillo

— Avresti il 10% di sconto su tutta la spesa.

E oggi la mia spesa è grande, mannaggia. Mi trovo non so come a deglutire dolorosamente, come Wile E. Coyote prima del proverbiale masso sulla testa. Il mio sorriso è ora meno perentorio, ma non per questo smetto di pensare che «non mi avrete mai come volete voi». Sotto sotto sto calcolando a quanto ammonta il dieci percento di quella spesa. Nel frattempo alcune clienti, dalle altre casse, incuriosite dal mio no grazie, o forse solo notando il loro imbarazzometro segnalare attività, mi guardano e poi si accigliano. Ma io resisto, tanto me l’aspettavo.

— [Io, con timbro vocale: Topo gigio. Petto: floscio] No, grazie

Il cassiere ha un’incertezza, non capisce, ma si adegua, e continua a trafficare coi capi. Apre gli anti taccheggio e li lascia cadere dentro quei buchi neri sul bancone. Inciso: quanto è ipnotica questa procedura? Ogni volta rimango lì imbambolato e vorrei che non smettessero mai. A questo punto però, con il caldo torrido, la sensazione di stare prendendo decisioni importanti, quelle che segnano una vita, la luce sempre più accecante, il cassiere incalza:

— Ah e ci sarebbe anche il 30% su questa giacca (il capo più costoso della spesa NdA), sempre se si iscrive al Club smack smack dei clienti preziosi smack smack.

È finita. Ormai sento solo scricchiolare il ghiaccio dentro il mio cervello, come le calotte polari che si sciolgono, iceberg che si staccano.

Calcolare il letale mix di 10% fratto il 30% sul capo più costoso, alla radice quadrata, semplicemente mi manda in sovraccarico di emozione.

L’antagonista dentro di me mi tira di nuovo per la giacchetta. È in testa al korteo kol megafono e continua ad urlarmi «Ricorda che non ti avranno mai come vogliono loro! Non ti fare abbindolare da un misto 89% di sconto risultante».

Quindi per la terza volta sono costretto a dire: «No, grazie», ed è l’ultima cosa che ricordo, perché qui cado per terra svenuto.

Scherzo.

A questo dichiarazione si spegne la musica e tutto il negozio di ferma, come in quegli spot dove si congela il tempo. Mi guardo intorno e vedo gli occhi di tutti che mi urlano «ma sei fuoooori?», non sto capendo più niente e come tutte le volte in cui non capisco niente e non ricordo neanche come mi chiamo, decido di arroccarmi sperando che tutto passi al più presto.

Non so perché ma alle casse è sempre più caldo che nel resto del negozio, la luce è più forte, il tempo più solenne.

Il cassiere pronuncia il fatidico conto: sono €104,36.

Argh, il 10% diviso radice quadrata di 30% alla –1 fa più o meno €99,99.

Se solo mi fossi lasciato convertire al loro dio dello sconto avrei speso l’equivalente di un numero di Internazionale, anziché quello di un abbonamento annuale. E invece. E. Invece.

Esco dal negozio tutto sudato, con uno strano bruciore ad una delle due estremità dell’apparato digerente.

Hai voglia leggere Internazionale, hai voglia comprare radicchio a km zero al mercato dei contadini anarchici, hai voglia guardare le maratone Mentana, quando al sapiens sventagliano davanti LO SCONTO, il sapiens inizia a salivare. È la scienza, baby.

Invece io, sono un ribelle, mamma.

Veniamo all’elenco numerato più Mourinho del web:

  1. su Radio Boshi si sono sollevate questioni come l’invidia per il successo altrui, sogni ricorrenti, Nino Frassica, software che ti fanno impazzire. Non ci sei ancora? Iscriviti subito.
  2. Hai visto Incredibles 2? È stupendo. Uno degli aspetti che mi è piaciuto di più è lo stile visivo generale, retrofuturismo anni cinquanta. Già nel primo si faceva notare, in questo secondo a mio avviso è portato alla massima potenza. La cura di tutti i dettagli, dagli interni delle case, le insegne, le scatole di cereali, i titoli di coda e perfino l’apertura con il classico castello Disney e la lampada Pixar, sono raccontate in questo ricchissimo post.
  3. La copertina di Nevermind dei Nirvana è famosissima e oggi fa parte della collezione del MoMA. In questo post si parla di come si è arrivati alla fotografia e come la si è ritoccata, le varie idee su cosa appendere all’amo e come il grafico ha ottenuto l’effetto ondulato della scritta Nevermind. Molto bello anche solo perché si vedono le altre foto dello shooting di quel giorno.
  4. Sono un divoratore di podcast, sono una bellissima forma di racconto e ne ho sempre più di quanti è possibile ascoltarne in una giornata. Di recente mi sono imbattuto nella storia del santone yoga Bikram. Hai presente Bikram Yoga? È un tipo di yoga, un brand, creato da tale Bikram Choudhury, che per usare un eufemismo aveva qualche mania di grandezza. La sua storia è pazzesca ed è raccontata benissimo in queste cinque puntate di 30 for 30 podcasts. E fattele cinque passeggiate che fanno bene. E intanto ti ascolti queste puntate.
  5. Che meraviglia i treni, non tanto i regionali in ritardo, ma quelli tipo il Bernina che attraversano panorami mozzafiato, beh se li ami, come li amo io, ti intripperai anche tu qualche minuto su questa diretta, 24 ore su 24, di ciò che vede la locomotiva di un treno norvegese, tutto il giorno in mezzo alla neve e al niente. Ah su YouTube trovi anche la vista dal Bernina, ma c’è la gente che parla :-(
  6. Se ti piace il design, o il design è il tuo lavoro, o vuoi fare credere che te ne intendi a chi scruta la tua libreria, ho scovato questa lista di libri.
  7. Nel blog di National Geographic chiamato All over the map si trova questo ricchissimo post sulle mappe dei posti più estremi del pianeta. Si chiama Venture to Earth’s Most Extreme Places Through These Maps e vale la pena.

Iniziamo?

Vogliamo parlare del tuo progetto? Siamo qui.

Lets gooooooooo