In questi giorni (mesi in realtà) sto riprogettando per la seicentesima volta emmaboshi.net, la casa che ospita tutto che ho fatto.
Lavorare per se stessi è una sensazione strana, rifletti su chi sei, chi vuoi essere, chi pensi la gente pensi che tu sia, chi il tuo analista pensa che sia giusto che tu sia ecc. Un rimuginamento costante, o perpetual redesign, se vogliamo infiocchettarlo. E per un grafico, questa condizione, è sovralimentata dalla maniacale necessità di apparire «figoooooooo».
Il dominio emmaboshi.net lo comprai nel gennaio 2004, non ricordo neanche come avvenne, su Aruba, forse con pagamento tramite bollettino postale. Ricordo che al momento dell’acquisto (avevo ventiquattro anni) ero indeciso se fosse meglio il .com, .org o .net.
Com mi sembrava troppo mainstream, io invece «sono un ribelle, mamma!». Punto org mi piaceva perché ce l’avevano greenpeace e amnesty international, ma forse in un momento di lucidità ho capito ce non ero una organizzazione che si batte per il bene dell'umanità, bensì un giovanotto senza contatti che iniziava il suo percorso di grafico freelance, a Imola. Così finii per scegliere il punto net che nella sua algida eloquenza ha si è dimostrato una buona estensione.
Nel corso degli anni ho cercato riesumare quei pezzi di antiquariato che erano le prime versioni di emmaboshi.net, perché ti giuro, sono sinceri pezzi storici che ti fanno capire come il web e noi siamo cambiati. E ti prometto che nella nuova release di emmaboshi.net, che uscirà secondo la Questura a settembre ma secondo gli organizzatori ad ottobre, ci sarà uno spazio per le versioni storiche (che poi mi guarderò solo io, ma questo è un altro discorso). BREAKING NEWS! È vero che esiste la Wayback Machine di archive.org. Ok ecco la primissima versione, richiede Flash, LOL. Lagrimoni.
Ma basta parlare di me, parliamo di noi:
- Ho visto quasi tutta questa frizzante conversazione sul presente e futuro dell'iintelligenza artificiale, registrata al Festival SXSW il 16 luglio 2018. Ne ho parlato in uno di quei ciancicati messaggi vocali che mando su Radio Boshi. Ci sei anche tu su Radio Boshi vero? Mi sendi? Sei connesso?
- Brad Frost è uno di quei personaggi che, se anche tu costruisci siti per il mondo di oggi è impossibile non seguire. Io ho anche le notifiche per quando pubblica un tweet, per dirti. In questo post racconta di come l’organizzazione degli attrezzi nel tuo garage è la perfetta metafora dei componenti riutilizzabili di una pattern library. Il garage è il tuo studio, gli attrezzi i tuoi strumenti (organizzali, censiscili, conoscili), i siti sono i lavori di bricolage, il mondo è il mondo.
- La storia di Adriano Olivetti, e della Olivetti in generale, mi hanno sempre affascinato, e questo articolo di The Vision è un bel riassunto per chi ha poco tempo o ha voglia di rinfrescarsi la memoria.
- Se ti piacciono gli zaini belli, per portare il computer e altro, questo è il tuo thread.
- Bello questo episodio di Design decisions di Jason Fried (quello di Basecamp, il sistema per gestire i progetti che mi ha migliorato la vita), in cui lui e un suo collaboratore analizzano una loro bozza di pagina web, valutando i testi, le loro posizioni e gerarchie. Guardalo, dura mezz’ora ma poi conoscerai il giusto approccio, seppur in piccolo, ai progetti per il web.
- Il video di Paracetamolo di Calcutta senza musica ma con i suoni è particolarmente divertente.
- Il nuovo sito del MIT di Boston è stupendo
- La Garage gang è una band di sbarbi di Roma che registrano musica usando solo Garage band su Iphone. Ascolta Walter Veltroni.