- Mi offri una Marlboro che mi sorprendo i polmoni? - chiese cortesemente la Nuvola Nera. - Ti offro il mio cazzo, così ti sorprendi il culo - rispose Bastardo. - Ah. Tiralo fuori se hai le palle Bastardo. Senza esitare Bastardo si alzò dalla sedia e tirò fuori il suo grosso uccello che subito trovò il consenso nel sorriso della barista.
Nuvola Nera, vedendo il suo avversario occupato nella sfida con quella troia, raccolse tutta la materia che trovò nelle profondità del suo essere e gli sputò una roba verde antico sul cazzo. La reazione fu immediata. Il ginocchio del Bastardo arrivò sul viso del vecchietto, e, mentre era ancora in volo, gli regalò un massicio posacenere in fronte.
La nuvola nera raggiunse il pavimento. Qualche secondo più tardi lo fecero anche i suoi denti che si erano soffermati in aria. Come se non fosse niente Bastardo si rimise al banco a bere la sua birra. Il vecchietto si alzò e sorprese Bastardo alle spalle piantandogli nel viso il cacciavite da elettricista che aveva trovato in tasca. Colpi veloci. I primi tre bucarono la pelle esplorando la cavita orale, il quarto invece fu decisivo. Attraveso l'occhio gli arrivò nel cervello. Per un istante Bastardo si ricordò di una cosa che credeva aver dimenticato. Una roba dell'infanzia. Poi morì.
- Che cazzo guardi? Fammi una birra. Senza rispondergli la barista si rimise al lavoro e gli diede la birra. Nuvola Nera seccò il mezzo bicchiere con un sorso solo. Mentre stava appoggiando il bicchiere sul banco si senti una sensazione strana. Come se le sue budella si aprissero. E fu proprio così.
Poco dopo il contenuto della sua pancia si unì al sangue della cameriera che si trovava per terra. Ora lo aveva capito anche lui, c'era un scambio di ruoli. Aveva sottovalutato le capacita mimetiche degli androidi.