A Oadby, alla cena di Natale del dipartimento, confesso alla mia amica Siân la mia passione per i romanzi.
Lei, di orgini gallesi e con un master in letteratura inglese, mi parla di Ian McEwan e del suo libro più famoso. Atonement. Imparo ora che ne è stato tratto un film.
In Italia pare che sia stato tradotto con Espiazione. Dato che recentemente leggo solo robazza fantasy, cercai il libro incuriosito. È un romanzo decisamente femminile, non c’è quindi da stupirsi che mi sia piaciuto, dato che uno dei miei libri preferiti è Cime tempestose.
È la storia di una persona che commette un errore irreparabile. Diventata scrittrice cercherà, attraverso la scrittura, un modo per riparare al suo torto e ottenere la redenzione. Non dirò di più per non rovinare la sorpresa. È in assoluto una delle storie più tristi che abbia mai letto.
Dal punto di vista narrativo, l’uomo è un buon romanziere, lo stile è bello e efficace (per quanto il mio inglese ancora timido possa apprezzare i dettagli della scrittura in originale).
Conosce gli strumenti del mestiere: utilizza al meglio la forza dell’evento, esalta come lo stesso avvenimento possa esser percepito in modo totalmente differente da diversi punti di vista e come questo possa influire sul corso delle cose, utilizza il colpo di scena in maniera (quasi) inaspettata.