E se l'ilarità e le risa trattenute al cospetto di tante opere di arte (visiva) contemporanea fossero veramente il segno positivo di un effetto liberatorio e taumaturgico, caro a tante avanguardie a programma del secolo scorso (non ancora terminato)?

Ben poca traccia invece di musiche che provocano il riso. Scarse le tracce di umorismo in musica, data l'ineffabilità del mezzo, anche se in Beethoven un elemento umoristico si riscontra spesso come sottotraccia in movimenti di sonate pianistiche o nella rossiniana Ottava Sinfonia.

La musica è dunque una cosa seria, come il calcio per gli italiani. E, come per il calcio, ciascuno si considera alla pari dei protagonisti (gli allenatori, i compositori) e si sente autorizzato ad emettere giudizi lapidari (la formazione io l'avrei fatta così e questa non è musica, signori miei) per quanto riguarda il panorama della musica malamente detta contemporanea. Ma nessuno ride. Di fronte a certi quadri o installazioni o performance sì.

Potere dell'immagine? O della risata come gesto liberatorio (dall'imbarazzo) e come manifestazione di un reagire involontario dell'occhio e mai dell'orecchio? Se il cervello è uno, evidentemente non tutti i cinque (o sei) sensi sono legati, nel profondo del nostro Io, al riso...

Verrebbe da dire che la musica non fa buon sangue, un opera di Cattelan si...

II
(Intermezzo primo)

con|tem|po||ne|o
agg.,s.m.
AU
1 agg., che si verifica nello stesso momento: due avvenimenti contemporanei
2 agg., che appartiene alla stessa epoca: la critica contemporanea del Verga | agg., s.m., che, chi vive nella stessa epoca: una mostra di pittori contemporanei, un contemporaneo ha scritto la sua biografia, fu molto amato dai suoi contemporanei
3a agg., che appartiene all'epoca attuale, al presente: la storia, la critica contemporanea, il cinema c.
3b agg., s.m., che, chi vive nell'epoca attuale: uno scrittore c., i contemporanei hanno reinterpretato il Medioevo

III

Cos'è contemporaneo oggi nelle arti e cioè che cosa appartiene alla nostra epoca (ma sarebbe giusto chiedersi cosa, nelle arti, interpreta il nostro mondo occidentale sazio e sordo)? E che cosa è poi questo Zeitgeist, questo spirito del tempo, quando siamo viziati dall'eterno presente dell'informazione parcellizzata via televisione e internet e skype ecc.?

Lo spirito del tempo, ma di quale tempo quando la stessa medesima realtà millefoglie viene percepita in modi diversi da un bambino, un adolescente, un adulto, un vecchio, uno straniero, un cieco, un sordo o un pazzo? Forse sarebbe il caso di inventarsi qualcosa al di là del consueto (e liso) approccio ai prodotti dell'arte, al di là del se tanto mi da tanto, qualcosa di flessibile come il lavoro che ormai non c'è più...

IV

Forse il contemporaneo tout court è un concetto paradossale, per la pittura e la performance... I tagli di Fontana fino a che punto rientrano nella categoria?

Forse per contemporaneo si dovrebbe intendere quel prodotto appena uscito dalle mani (e pennelli o corpi in azione o scatti della fotocamera) con una precisa data di scadenza (come le uova freschissime che lo chef consiglia per lo zabaione del bambino ricco): quest'opera appena creata va consumata preferibilmente entro la data di scadenza posta sul retro…

Paradossalmente la musica è sempre contemporanea, perché esiste e viene di volta in volta ricreata nel momento dell'esecuzione (o della riproduzione fonografica) per tornare, in tempo reale, nel dominio mortifero e complementare del silenzio. Qualsiasi musica, di qualunque epoca. Allora, quando per stanca abitudine si parla della terribile musica contemporanea, di che stiamo parlando?

V
(Intermezzo secondo)

L'intuizione è la realtà cosciente urtata nel buio (V. Agnetti)

Joseph Kosuth: One and three Chairs

Quando hai raggiunto l'illuminazione, hai solo visto il tuo limite (Maestro Zen).

VI

Per quanto riguarda il disamore dell'uomo massa cristiano nei confronti dell'arte astratta, il critico Bonito Oliva ha chiarito, qualche tempo fa, che tutta l'arte pittorica è figurativa (anche il quadrato nero di Malevic). Il fatto di identificare la pittura figurativa con immagini riferite alla realtà deriverebbe dall'iconografia sacra, dalle grandi pale d'altare fino alle immaginette sacre ed ai santini oggi di gran moda nelle collezioni cheap, fra i puffi e le sorprese degli ovetti kinder. Si può non essere d'accordo?

Ma se il pubblico perlopiù analfabeta degli abbonati alle stagioni dei concerti si vede rifilare una composizione di un autore vivente, fra l'overture di Mozart e la sinfonia di Brahms, è sufficiente questo scherzo della locandina a farli sentenziare che no, questa non è musica! per poi tornare alla tranquilla casa per il meritato riposo.

VII

Elliot Carter ha compiuto 100 anni lo scorso dicembre, essendo nato nel 1908. Un musicista che ha attraversato tutto il Novecento e che continua a comporre. Scrive ovviamente musica contemporanea, essendo vivo. Carter non è un musicista di Darmstadt, quella scuola estiva tedesca che creò l'ormai storicizzata e conclusa oligarchia che, partendo da una estremizzazione o meglio dallo sviluppo estremistico della musica dodecafonica di Anton Webern, ha dettato le leggi autoritarie della musica seria dal II dopoguerra fino a tutti gli anni '70 (con tante eccezioni e distinguo da fare, ovviamente).

Carter è americano e ha conosciuto (e praticato) un po' di dodecafonia. Poi, come pure Boulez o Stockhausen ecc., ha preso la sua personale strada di autore originale con un grande interesse per il ritmo come struttura portante delle sue opere. Ha inventato e applicato un metodo di scrittura basato sul contrappunto poliritmico, ispirato dal jazz come dai madrigali del Rinascimento.

La "modulazione metrica" è quella tecnica che gli permette di passare da una velocità di esecuzione metronometrica all'altra allungando o accorciando il valore dell'unità di base. Con risultati affascinanti all'ascolto. Per festeggiare questo grande (e per molti sconosciuto) artista può risultare gratificante l'ascolto di 4 Lauds per violino, composte negli anni dal 1984 al 2000 tra le quali spicca la n. 2 intitolata Riconoscenza per Goffredo Petrassi (1904-2003), altro longevo compositore di portata internazionale e grande amico di Carter.

Oppure Night Fantasies per pianoforte, datato 1980, che lo stesso autore descrive come "a piano piece of continuously changing moods, suggesting the fleeting thoughts and feelings that pass through the mind during a period of wakefulness at night".

Finale

Infine tutto è linguaggio. Il processo di regressione del linguaggio genera la noia. La noia costituisce la sottotraccia della civiltà tecnologica in Occidente. I prodigi della tecnologia hanno sostituito i miracoli e le epifanie. Alla fine resta l'innocenza dell'ascolto.

Si vedano i seguenti testi, link a siti Web e dischi

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