Ego. Me la sono voluta. Evidentemente, chi si conferisce uno pseudonimo, come nel mio caso, soffre di sdoppiamento della personalità. Il problema è tenere sotto controllo le singole personalità, perchè altrimenti potrebbero andare ognuna per conto proprio, moltiplicarsi, anche esponenzialmente. Per cui potremmo arrivare a soffrire (o beneficiare, al limite, chissà...) di personalità multipla! Se Emmaboshi è 51% Ego io a questo punto mi attesto almeno a quota 300! Per esempio, chiedo, ma chi è questo
Martignoli?
Gallinavecchia. Io e mia nonna abbiamo un'ottima intesa sessuale. Con cadenza regolare, un paio di volte al mese, la chiamo. Ma nel chiamarla mi fingo uno statistico, o un dirigente di qualche ente di ricerca, e con la scusa di raccogliere dati per un'indagine, le faccio domande sui suoi comportamenti intimi. Quante volte fa l'amore alla settimana, se riesce a raggiungere l'orgasmo, dove preferisce copulare. Di recente, abbiamo sperimentato fantasie in campo medico. Millantando esperienza nel settore ginecologico, la chiamo fingendomi un importante primario e le chiedo se - dopo tanti anni di ostinata attività erotica - è finalmente riuscita a trovare il suo punto G. La cosa straordinaria è che mia nonna - che come molte nonne di persona è sinceramente tenera, fintamente ingenua e incline al moralismo - al telefono si trasforma in una impertinente civettuola. E come tale, con dovizia di particolari e compiaciuta vanità, mi risponde! E ride. Ogni telefonata termina con una risata fragorosa. Come una chat-line tra Harold e Maude. Regolarità nelle frequentazioni, fantasia fervida, ironica complicità, tenero imbarazzo, complice umorismo. Come ogni buon incontro sessuale, evidentemente. Tre anni fa, un nostro congiunto dalla immonda moglie ha avuto un figlio. Io chiamo mia nonna e le chiedo: Ma come avrà fatto Giovanni a trombarla? E mia nonna: Come vuoi che abbia fatto? Avrà fatto come tutti gli altri! Qualche giorno fa, il secondo figlio. Seconda chiamata: Nonna, come avrà fatto Giovanni a ri-trombarla? Sarà recidivo! Mia nonna: Come vuoi che abbia fatto? Avrà ri-fatto come tutti gli altri! Ma cosa vuol dire poi reDICIvo?
Come parte del programma di lezioni outdoor, ecco il professor Martignani in via Saragozza elucubrare sociologiche proprietà hegeliane di questo prosecco o quel minestrone surgelato ad una audience di dottorandi provenienti dalle più diverse parti del mondo.
Che ci troverà, poi, in quella donna barbuta?
Testate. In principio fu "Il Corriere della Sera". Mi piaceva l'aria
demodé della testata d'Italia, così
Fiat (sia nel senso della casa automobilistica, sia nel senso della fiducia). Poi, quando già da tempo ero passato a "La Repubblica" - con quella pagina di cultura dove, dalla solitudine dell'uomo globale ai mille modi per cucinare il cinghiale, passando per il nuovo disordine amoroso, si trovava sempre il modo di infilarci dento
Zygmunt Bauman - la testata d'Italia divenne l'interazione Materazzi-Zidane. Google per credere. Passai a "Il Riformista". Serio, compatto e compassato. Ma non c'era la pagina della TV. Poi uscì "Libero" con allegato (a soli € 1!) "Libero Mercato" diretto dal mio idolo
Oscar Giannino. Quindi passai a "Il Foglio", con il susseguirsi di eventi che tutti conoscono. Qualcuno avrà riflettuto che esistono notizie e approcci alla notizia che hanno l'importante funzione sociale di spiegarci come i giornalisti talora lavorino. Mi riferisco in particolare alla crisi finanziaria, ai mutui
subprime, alla cordata
Alitalia.
And so on. Dunque, perso per perso, sono tornato a "La Repubblica". E non per suggestioni aristoteliche, del tipo che il futuro è alle spalle. Semplicemente è più maneggevole. Il destino è quello di ogni oggetto. Esaurito il suo perchè (leggerlo) resta il suo come (smaltirlo). Ma per smaltirlo bisogna testarlo?
quasi promosso. Da qui la valenza consolatoria del linguaggio. Stamane andava in onda una puntata intimista di
Magnum P.I. Forse l'ultima, quella in cui l'eroe ricorda il padre. Ora, Magnum sta facendo il bagno da solo e viene avvicinato da uno squalo. Con lucidità ricorda che il padre lo rassicurava dai mostri che temeva da bambino, suggerendogli di dar loro nomi buffi. Lo squalo diventa così Herman, e - in quanto Herman e non più soltanto squalo - funge da compagno di giochi. Magnum chiude gli occhi, conta fino a 10 ed Herman dovrà nascondersi. Funziona, ok. Ma qui la terapia è il valore dell'insegnamento, della memoria, al limite dei nervi saldi, ma non del linguaggio. Perchè Herman sarà anche Herman ma se ti vuol staccare una gamba, lo fa. Se lo chiami
Bambi non diventa un cerbiatto. Oppure si. Ma se doveste incontrare un cerbiatto in mare con una pinna sul dorso e tre file di denti, forse sarebbe meglio ragionare sui caratteri distintivi della specie. Se poi lo si fa nuotando via veloci, è pure meglio. O no?