Umberto Maria Giardini è il nome dietro cui si celano diversi progetti musicali, Moltheni, Stella Maris ecc. Io e Umberto ci conoscemmo nel 2005 quando lui cercava un grafico per il suo nuovo disco Splendore terrore e io una stanza a Bologna. All’epoca non conoscevo il nome Moltheni (che pur essendo il nome della intera band ha finito per significare semplicemente Umberto Giardini), ignoravo anche il fatto che avesse ad esempio partecipato a Sanremo nel 2000.
Vissi da lui per un anno, in un appartamento bellissimo, ebbi modo di conoscere il suo mondo, le sue passioni e la sua vera persona. Da allora ho fatto molti progetti grafici per le sue produzioni.
Moltheni, Splendore Terrore (2005)
Sin da questo primo progetto fu evidente quanto Umberto avesse le idee chiare sulla grafica dei suoi album. La prima volta che lavorammo insieme, cioè su questo disco, mi disse «Emma, in copertina ci va questa campana» «Una campana Umberto?» «Sì, una campana». E aveva ragione.
A partire dal disco abbiamo progettato anche il poster del tour e il merchandising.
Moltheni, Toilette Memoria (2006)
L'ispirazione qui è nata da un kimono giapponese di Umberto.
Umberto Maria Giardini - Futuro Proximo (2017)
Nel frattempo Umberto ha iniziato anche a firmare alcuni brani come Umberto Maria Giardini e a inizio 2017 mi chiama per la grafica del suo disco Futuro Proximo. Mi diede alcune referenze di copertine provenienti dal mondo del jazz anni Cinquanta e Sessanta, copertine di solo lettering, caratteri compatti, tinte piatte.
Umberto Maria Giardini, Il giorno che muore (2017)
In questo caso Umberto aveva una vecchia fotografia della comunione di una amica a cui era molto legato. Abbiamo lavorato sul colore verso il quale virare la fotografia e la ricerca di un font che contrastasse in maniera netta dalla sacralità dell'immagine.
Stella maris, Eleonora no (2017)
Verso fine 2017 Umberto mi chiama per annunciarmi che sta partendo con un nuovo progetto ispirato agli Smiths che si chiamerà Stella Maris. Abbiamo iniziato a lavorare alla grafica del singolo di debutto, Eleonora no, uscito solo in vinile 12 pollici a tiratura limitata.
Anche qui la foto è arrivata insieme ad Umberto, fisicamente.
Stella maris, album (2017)
Verso fine anno abbiamo lavorato invece alla grafica dell’album che porta il nome della band, questa volta vinile e cd con booklet. Anche in questo caso, Umberto è venuto in studio con le idee chiare e due fotografie zenitali di piatti in ceramica decorati. Abbiamo progettato cd jewel box con booklet e vinile.
Uno degli ultimi giorni lavorativi prima del Natale scorso, quando, come in Tetris, lo schermo si sta congestionando, la musica incalza e sei ad un passo dal Game Over, Fabio di Ada mi dice «Emma, ti va di fare un manifesto per i settant'anni della Costituzione? Ovviamente era per ieri».
La formula «era per ieri» già da sola ti fa partire male, ma il tema della Costituzione mi intrigava. Non mi ero mai confrontato con un tema del genere. In più era tanto tempo che non progettavo una affissione e mi mancava. Un bel formato 70x100 cm.
Ovviamente non ci sono foto, che non siano trite e ritrite, che possano diventare protagoniste di un manifesto sulla Costituzione allora ho pensato che fosse interessante usare l'intero testo della costituzione come texture. Una texture che potesse anche essere letta da chi si avvicinasse al manifesto, ma che da lontano desse la sensazione di una decorazione.
Ho cercato il testo integrale in .rtf di modo che avesse grassetti e corsivi, per mantenerli. A quel punto non restava che provare se riempiva tutta la superficie del manifesto rimanendo ad una dimensione leggibile. Dopo vari tentativi la roulette si è fermata sul 9, anzi sul 9,333 pt (a 9,334 pt il testo sarebbe sceso di diverse righe). La dimensione di 9,3 pt del testo è oggettivamente un po' piccolina, magari più adatta ad un biglietto da visita, o ad un flyer, ma era il giusto compromesso.
In affissione i manifesti vengono inevitabilmente posizionati un po' storti, sovrapposti, ma sorpattutto vengono attaccati su decine di altri vecchi manifesti che increspandosi finiscono per somigliare al tronco di un ulivo secolare. Per stare dalla parte dei bottoni meglio impostare il progetto su diversi livelli di lettura: da lontano emerge il gigantesco settanta, seguito dai testi rossi, dall'emblema della città di Modena (committente), infine la trama creata dal testo integrale sullo sfondo, come una ciliegina per chi avrà la curiosità di avvicinarsi fino ad un palmo.
Spero che questo manifesto abbia vita al di là delle affissioni di questo inizio gennaio e magari che venga distribuito nelle scuole, dove a quel punto la leggibilità del testo integrale tornerà ad essere al massimo.
(Foto di Marta Papini) 8.000 persone col naso all'insù erano in via Rizzoli sabato 10 ottobre per La torre riflette, la più grande videoproiezione architettonica mai realizzata in città.
Ecco il primo dei progetti che ho seguito qui a D-sign. Si tratta dell'immagine della serata di premiazione del concorso Nuove arti, promosso da Fondazione Del Monte, MAMbo, Università di Bologna e Cineteca di Bologna.