Mutui. Quando si vuole comprendere e interpretare il mutamento antropologico che è alla base di ogni fenomeno politico, economico o sociale è sempre interessante cominciare dai mutui. La crisi del 1929 partì dal settore immobiliare. Un po' come quella attuale, fermo restando che Keynes non aveva ancora pubblicato la Teoria Generale della Moneta e dunque le terapie attuali hanno un certo non so che di stantio (come le evoluzioni della Moda o le canzoni di Madonna). Detto questo mi viene da pensare. Dopo il terremoto, i mutui vengono congelati. Al di là del carattere doveroso della misura, c'è anche una ragione logica da considerare. Se non c'è più la casa, non c'è più il mutuo. Se anche non lo congelano, non lo paghi. Tanto, cosa vuoi che ti pignorino? Ma se con la crisi ti trovi il mutuo che vale più della casa, evidentemente qualcosa non funziona. Non puoi più permetterti la casa, ma puoi abitarci, quindi te la possono portare via. Qualcuno ha fatto caso che - da qualche tempo - non va più in onda lo spot che recitava «Puoi ottenere il prestito anche se risulti un cattivo pagatore»?

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