Famiglia. La famiglia la si può certamente definire a partire dai suoi elementi costitutivi, dalla sua irriducibilità alle sole trasformazioni che la attraversano, dal suo carattere peculiare rispetto alle altre forme di vita o sottosistemi sociali. Ma una volta definita, bisogna riconoscerla. E in questa sede prediligo una logica dia-logica, o fenomeno-logica, se si vuole. La famiglia la riconosco dal tipo di conversazione che mette in atto. Fulgido esempio in casa Brummell. Lord Brummell Senjor rantola dormiente su divano damascato. Mamma Brummell esce per il consueto giro di beneficienza (alla sua coscienza, va a fare fitness). Prende la Brummell-Mobile (o Brum-Brum-Brummell) e sfonda il cancello. Letteralmente. Ora, con ogni evidenza, riavutosi dal torpore pomeridiano, Lord Brummell Senjor chiede spiegazioni. «Che diavolo è accaduto al cancello?» Pronta la risposta di Mamma Brummell. «Niente, tanto io non lo volevo neanche quel cancello. Fai finta che non ci fosse. Perchè, hai visto un cancello tu?» Lord Brummell Senjor non si lascia piegare dalla decostruzione. «E se invece del cancello c'era una persona, la investivi?» Mamma Brummell è scatenata. «Se non stava attenta, si. Io in retromarcia non vedo!» Dove, se non in famiglia hanno luogo queste conversazioni, in assenza di un medico, un avvocato o un peyote?

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