Le ghost bike sono memoriali che la comunità di ciclisti di una città mette a ricordo di un ciclista ucciso dal traffico. In Italia naturalmente è ancora un movimento piccolo, ma agguerrito, mentre negli Stati Uniti è una realtà popolosa, mediatizzata e organizzata.
Detto questo, sappiamo che la moda cannibalizza, a fin di business, qualsiasi cosa espressa dal basso della città, indifferentemente che abbia o meno un significato originario, e che questo possa venire offeso da un suo plagio commerciale.
Questo il caso di DKNY che utilizza ghost bike per la sua ultima azione di guerrilla marketing. La community di ciclisti di New York non ha perso tempo, criticando aspramente l'operazione e riuscendo a farsi ascoltare e a farle rimuovere, nelle maniere più disparate. E questo video ce lo racconta (notare la coppia Andrew & Andrew).

ORANGE BIKES TAKE MANHATTAN from Kalim Armstrong on Vimeo.

La domanda che mi pongo quindi con loro è: «is DKNY seriously trying to promote bike riding or were they simply trying to sell clothes by piggybacking on the cycling community?»
Come sempre grazie ad I like bike

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